L’equo compenso per tutti i professionisti - almeno verso i grandi committenti e la pubblica amministrazione - è legge. È arrivata infatti oggi l’approvazione definitiva in terza lettura della proposta di Fratelli d’Italia e della Lega (prima firmataria la premier Giorgia Meloni) che riconosce a tutti gli autonomi il diritto a una remunerazione equa, adeguata «alla qualità e alla quantità del lavoro svolto».
Ieri la Camera ha avviato la discussione sulle linee generali del provvedimento, approvato già in seconda lettura dal Senato all’unanimità il 22 marzo scorso, mentre oggi c’è stato l’ultimo via libera. Un passaggio dall’esito scontato e tutto sommato molto breve perché Montecitorio doveva solo concentrarsi su un piccolo ritocco al testo: è stato infatti eliminato il riferimento a una norma del Codice civile sul rito sommario perché abrogata dalla riforma Cartabia e aggiornato il testo al nuovo rito semplificato per i giudizi sulle parcelle, validati dal parere di congruità dell’Ordine.
da Redazione
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