mercoledì 05 novembre 2014

Randagismo a Lampedusa. Gli sviluppi

da Redazione

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Cari Colleghi, Ritengo opportuno, per doverosa trasparenza degli atti di questo Consiglio provinciale, informarVi di quanto accaduto all’indomani della lettera nella quale annunciavo querela nei confronti del dr. Penocchio. Il sottoscritto, infatti, in qualità di Presidente, ha fatto quello che era suo dovere istituzionale fare. Appreso dal comunicato stampa della FNOVI dell’11 settembre che erano in corso attività in contrasto con    l’art. 19 codice deontologico, violazione ribadita nel comunicato del 19 settembre , ho ritenuto necessario    scrivere al Presidente Penocchio, in qualità di persona informata dei fatti, per invitarlo “ a fornire ogni elemento a Sua conoscenza utile ad identificare il responsabile o i responsabili della violazione del Codice deontologico di cui è cenno nel comunicato”. Il presidente Penocchio è stato invitato, inoltre, a riferire “ ogni fatto, ogni circostanza, ogni accadimento ed ogni e qualsiasi altra notizia di cui abbia scienza e conoscenza, configuranti, anche presuntivamente, la violazione del Codice Deontologico riportata nel comunicato della FNOVI.” E tutto ciò nel rispetto dei commi b ed f dell’art. 3 del D.Lgs.C.P.S. 13-9-1946 n. 233: è dovere del presidente dell’Ordine attivare i procedimenti disciplinari tutte le volte che ha notizia di violazioni del Codice Deontologico. Ebbene, il dr. Penocchio ha risposto: "di non avere alcuna indicazione da fornire in merito all’attivazione di eventuali procedimenti disciplinari e di non aver attribuito ad alcuno specifici comportamenti passibili di sanzione." La risposta, datata 30 settembre 2014, mi ha lasciato allibito. Riassumendo: Il presidente Penocchio fa un comunicato sul sito FNOVI in cui asserisce di non presenziare all’ evento di Lampedusa perché “ a conoscenza di iniziative in contrasto con quelli che sono i dettami del Codice deontologico dei medici veterinari” Il Comitato Centrale esprime solidarietà al suo Presidente ritenendo lecito e coerente il suo diniego a partecipare alle iniziative di Lampedusa, paragonandole ad altre iniziative deontologicamente scorrette. E cosa mi viene risposto? Che non ci sono comportamenti passibili di sanzione !!! Ma stiamo scherzando ?!?! A quel punto non ho attivato alcun procedimento disciplinare ma ho fatto quello che era mio dovere istituzionale fare di fronte ad una palese e confessata diffamazione a mezzo stampa nei confronti del sottoscritto e dei colleghi iscritti all’Ordine di Palermo. Con profondo rammarico, su mandato del Consiglio il 2 ottobre ho firmato l’atto di citazione civile con richiesta risarcimento danni al dr. Penocchio e alla FNOVI. Il 16 ottobre ho deposito denuncia-querela penale presso la Procura di competenza per il reato di diffamazione aggravata di cui all’art. 595 c.p. contro il presidente Penocchio ed eventuali correi (in relazione al comunicato FNOVI del 19 settembre). Oggi, 5 novembre ho inviato a mezzo raccomandata un esposto alla CEPPS per la violazione del codice deontologico da parte del dr. Penocchio ed eventuali corresponsabili. Cosa avrebbe dovuto fare il Comitato Centrale? Chiamare l’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo o l’Ordine di Palermo ai sensi dell’art. 40 del Codice deontologico, aggiornandosi in merito all’argomento prima di scrivere il comunicato, invitare formalmente l’Ordine ad attivare un procedimento disciplinare o attivarlo essa stessa in caso di mio coinvolgimento diretto nelle violazioni deontologiche. Cosa hanno fatto, invece, il Comitato Centrale e il suo presidente? Prima mi hanno fatto telefonare informalmente dall’avv. Trombetta per invitarmi ad andare a Roma. Invito declinato sia perché privo di senso essendo quest’Ordine la parte offesa, sia perché mi è stato rivolto informalmente dall’avvocatessa, persona assolutamente degna di stima ma non collega veterinario. Mi aspettavo, infatti, che mi chiamasse il presidente o almeno un componente del Comitato Centrale. Il giorno 1 ottobre 2014 sono stato invitato a comparire ai sensi dell’art. 39 del D.P.R. 5 aprile 1950, n. 221 per rispondere in merito “allo scambio epistolare e le esternazioni pubbliche conseguenti al comunicato stampa”. Preludio all’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del sottoscritto : “la veemente reazione ha comportato gravi affermazioni nei confronti della federazione e del presidente pro tempore Gaetano Penocchio “per dirlo con le parole della dr.ssa Bernasconi. Ritengo tale convocazione un atto di assoluta arroganza da parte del Comitato Centrale. Comitato che dimentica di essere eletto a rappresentanza degli Ordini. Comitato che si sarebbe dovuto comportare in maniera imparziale e meno superficiale, che dovrebbe dialogare con i propri iscritti piuttosto che bacchettarli pubblicamente. Sarebbe bastato un semplice comunicato stampa di rettifica con le scuse del presidente. Alla luce di questi avvenimenti invito tutto il Comitato Centrale a fare ciò che è suo dovere istituzionale fare. Dimettersi. Affinché una condanna in sede civile, penale o disciplinare non ricada sulla credibilità della Federazione Nazionale. Perché la Federazione siamo noi Ordini, noi iscritti, noi Veterinari che operiamo ogni giorno sul campo. Noi che meritiamo di essere rappresentati da un presidente e un Comitato che non diffamano i colleghi. Paolo Giambruno