domenica 19 ottobre 2014

Randagismo a Lampedusa: Querela. Le ragioni

da Redazione

Tempo Lettura(4 minuti, 20 secondi)

A seguito del  comunicato  stampa della Fnovi che accusava genericamente di violazioni deontologiche  i veterinari dell’Asp di Palermo impegnati nelle attività di lotta al randagismo sull’isola di Lampedusa, il Presidente dopo aver dichiarato che intende sporgere querela nei confronti del dr. Gaetano Penocchio ha scritto una lettera aperta per spiegare le sue ragioni. Cari Colleghi, ritengo doveroso spiegarvi i motivi che stanno alla base del comunicato nel quale annunciavo la presentazione di formale querela nei confronti dell’autore/i del comunicato stampa comparso sul sito Fnovi il giorno 11/09/2014 in merito alle operazioni di lotta al randagismo in atto a Lampedusa. Lo faccio perché il mio gesto non sia mistificato o strumentalizzato. È un gesto che nasce dallo stupore e da un profondo rammarico. Nel comunicato della Fnovi il presidente Penocchio afferma che la Federazione ha preferito non inviare alcuna rappresentanza sull’isola perché a conoscenza di "iniziative in contrasto con quelli che sono i dettami del Codice Deontologico." Quali? Non è dato sapere. Premetto, per chi non lo sapesse, che sono in corso di svolgimento attività di prevenzione e contrasto del randagismo sull’isola di Lampedusa, organizzate dal Comune, dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo (competente per territorio) in collaborazione con le associazioni animaliste e Legambiente, che consistono nella sterilizzazione dei randagi, nella microchippatura e nell’informazione e nell'educazione delle scolaresche. Ora, a dire della Federazione, i Veterinari dell’Azienda Sanitaria hanno e stanno violando l’art. 19 del Codice Deontologico. Come? Sterilizzando i cani nella sala operatoria inaugurata per l’occasione due anni fa dall’allora Sottosegretario della Salute Adelfio Cardinale e dal Comandante dei Nas Generale Piccinno? O microchippando i cani all’interno di un camper adeguatamente attrezzato, dotato di ogni necessario presidio medico e sanitario e di ogni necessario dispositivo di protezione individuale, fatto arrivare appositamente sull’isola? Camper in funzione ormai da anni e che ha permesso l’identificazione di cani e di gatti anche in posti sperduti della Provincia di Palermo. “Il camper è un mezzo per andare in vacanza”. E ancora “la Fnovi ne ha le tasche piene della professione fatta nelle piazza”. Così ha risposto il presidente della Federazione ad alcuni miei sms indignati. Ha preferito, infatti, comunicare con sms piuttosto che rispondere al telefono. Forse il presidente Penocchio ritiene indecoroso per la professione che Medici Veterinari Pubblici microchippino cani su un camper? Eppure dovrebbe sapere che sui “camper” e “in piazza” i Medici effettuano quotidianamente attività di screening e prevenzione di numerose malattie. Dovrebbe pur sapere che i camper sono utilizzati anche per la raccolta del sangue dai donatori. E non mi pare che il Presidente della Federazione Nazionale Medici Chirurghi e Odontoiatri abbia mai bollato tali iniziative come indecorose per la professione dei Medici e degli Odontoiatri. O la violazione sta nell’educare i bambini lampedusani al corretto rapporto uomo-animale? Ecco da cosa nascono il mio stupore e la mia indignazione. Piuttosto che lodare l’iniziativa, necessaria per un territorio che vive in costante emergenza, vedo piovere come un fulmine a ciel sereno un comunicato stampa che accusa genericamente i Veterinari appartenenti al mio Ordine di violazione del Codice Deontologico. Di gran lunga superiore però è il rammarico per il comportamento tenuto prima e successivamente dal presidente Penocchio. Io ho fama di essere uno che non le manda a dire, dalla penna tagliente, dalla denuncia facile e dai toni alti (in società l’essere diretto non paga). Uno, insomma, poco incline al dialogo, quella capacità di dialogo di cui si è sempre vantata la Fnovi. Quale dialogo? Perché nessuno ha chiamato me in qualità di Presidente del’Ordine o Direttore del Dipartimento Veterinario o il Direttore Generale dell’ASP o il Sindaco di Lampedusa per sincerarsi del modo in cui si stavano svolgendo le operazioni? Lo stesso giorno però partiva una nota con richiesta di delucidazione per la morte dell’orsa in Trentino. “Ho sentito i colleghi siciliani”. Quali? Non certamente quelli di Palermo impegnati sul campo. Quale dialogo? Se quando ho chiamato il presidente Penocchio per chiedere spiegazioni non ha nemmeno risposto al telefono. Lo ha fatto agli sms. Ma solo dopo che gli ho scritto che l’avrei querelato. Provo molto rammarico per quello che è successo, ma non posso permettere che passi l’idea che a Palermo e a Lampedusa si agisca in violazione del codice deontologico. Soprattutto perché se è la Federazione a lanciare tali accuse queste si vestono immediatamente di credibilità e autorevolezza di fronte all’opinione pubblica e agli altri colleghi. Invito il presidente Penocchio (utilizzo questo mezzo visto che al telefono non dialoga) a recarsi a Lampedusa per constatare di persona in che modo i Veterinari dell’ASP stanno operando ed onorando la Professione. E di cogliere l’occasione per chiedere loro scusa. Pubblicamente. Senza se e senza ma. Il secondo passo, invece, è quello di rassegnare le dimissioni. Perché sia che il comunicato della Fnovi sia frutto di una volontà ben precisa, sia che nasca da un malinteso, è chiaro ed evidente a ciascun veterinario di buon senso che il presidente della Federazione deve ascoltare i colleghi e difendere l’onore della categoria da accuse false ed infamanti e non farsene portavoce sentenziando pubblicamente senza processo né prove e, cosa ancor più grave, per sentito dire. Paolo Giambruno